giocare a FORTNITE…tuo figlio o tua figlia può comprendere cosa fare del suo futuro grazie al Percorso di Crescita In-Game e Out-Game di METATRON TEEN COACHING, e tu sentirti GENITORE DELL'ANNO?"
Se sogni che tuo figlio si faccia strada nella vita anche se in questo momento non ha la più pallida idea di cosa fare del suo futuro e passa tante ore davanti alla PlayStation a giocare a Fortnite, allora il Percorso di Crescita In-Game e Out-Game di Metatron Teen Coaching è la soluzione per aiutarlo a trovare il suo posto nel mondo e riconquistare fiducia.
Come posso aiutarti?
Ciao, se stai entrando per la prima volta nel mondo del coaching per adolescenti di Metatron Teen Coaching e sei genitore di un ragazzo o di una ragazza e vuoi davvero aiutare tuo figlio o tua figlia a dissolvere la nebbia della confusione, attivare la bussola interiore e tracciare la rotta verso il proprio futuro, scopri come il Percorso di Coaching In-Game e Out-Game per gamers adolescenti può aiutarlo o aiutarla:
Scoperta di sé e Relazioni
Orientamento al futuro
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Caro genitore,
se in questo momento della vita tuo figlio, o tua figlia, adolescente si sente confuso e non sa cosa fare del proprio futuro, e magari lo vedi svogliato, chiuso nel suo mondo e senza obiettivi, ti dico con il cuore di lasciargli tutto lo spazio di cui ha bisogno, senza caricarlo di altre pressioni o aspettative che lo possano appesantire ancora di più come zavorra sulle spalle.
Infatti, voglio tu sappia che dentro di lui o lei si sta combattendo una battaglia tra due forze opposte che lottano senza esclusione di colpi per portarlo ciascuna dalla propria parte, cercando di prevalere una sull’altra: la mente (che brama il controllo) che vuole faccia la “cosa giusta” anche se non è quella giusta per lui (o lei); il cuore (che chiede ascolto) che vuole faccia la “cosa giusta per lui (o lei)” evitando però di deludere genitori, amici o persone care.
Come faccio a esserne così certo?
Perché è la stessa battaglia che avveniva dentro di me durante la mia adolescenza: un periodo con giorni (settimane, mesi, anni) scanditi da vorticosi “su e giù” come se vivessi costantemente agganciato a un carrello impazzito delle montagne russe…con la leva del freno incastrata!
Un periodo (che mi sembrava davvero non finire mai) che spesso, anche da adulto, ho definito (non a caso) il “mio Medioevo”.
E ti ricordo che il Medioevo non era affatto Disneyland!
Però, prima di proseguire con il racconto delle mie disgrazie di quando ero un adolescente brufoloso, lascia che mi presenti.
Mi chiamo Giampaolo Runello e di professione faccio il Teen Coach, in italiano Coach per adolescenti.
Ho conseguito il diploma di Coach nel 2018 presso la Scuola di Coaching Umanistico, diretta dal Dott.Luca Stanchieri e più di recente ho integrato questo percorso di studi con la qualifica di Esports Coach alla Esports Coaching Academy di Reykjavìk (Islanda).
Come sono arrivato, anni fa, a scoprire di volermi dedicare al coaching per adolescenti, aiutando ragazzi e ragazze nel percorso di crescita, affiancandoli nella scoperta di sé e dei propri talenti, è stato un viaggio a tappe, iniziato proprio da quindicenne e continuato poi da ultratrentenne, alimentato dal profondo desiderio di trovare la “mia strada”…la “mia dimensione”...il “mio posto nel mondo”.
Sentivo dentro di me una forte spinta che mi chiamava come il canto di una sirena, a lasciare un segno in questa vita.
Volevo dare un senso alla mia esistenza e, per certi versi, non vanificare l’insofferenza che stavo provando.
Ciò che più d'ogni altra cosa mi destabilizzava (con ripercussioni sul rapporto con me stesso e su quello con gli altri) era non avere la più pallida idea di cosa fare della mia vita.
Cercavo risposte che non arrivavano, con la conseguenza di farmi sprofondare sempre più giù senza vedere via d’uscita.
Era diventata una vera e propria ossessione!
La sola cosa capace di darmi un po’ di sollievo, era rifugiarmi nella mia cameretta a giocare ai videogiochi, fantasticando una vita diversa e aspettando che piovesse (come manna dal cielo) un’opportunità che cambiasse magicamente la mia situazione.
Le ore trascorse a giocare, avevano su di me l’effetto di un antidolorifico per il mal di denti.
Ma, svanito l’effetto, il dolore tornava più forte di prima.
E con esso, tutto il “carico da novanta” fatto di autostima sottoterra, solitudine, voglia di non fare nulla, sfiducia cronica.
Nonostante avessi una famiglia amorevole e degli amici fidati, mi sentivo solo al mondo, senza qualcuno su cui contare e pronto a capirmi e a sostenermi.
Quando mi vedevano molto triste e abbattuto, i miei genitori mi chiedevano «Cosa hai?», «Cosa c’è che non va?», «C’è qualche problema?».
Io rispondevo che non avevo niente e che tutto andava bene.
Non riuscivo ad aprirmi, a confidarmi, a raccontare ai miei genitori dalla A alla Z tutto ciò che mi turbava; non volevo farli preoccupare e non volevo sentirmi giudicato.
Al centro il "me adolescente" in una foto dell'epoca.
Sai, spesso diamo per scontato il fatto che gli altri (soprattutto se si tratta delle persone che amiamo di più) debbano per forza capire ciò che ci passa per la testa (come se avessero il potere di leggerci nel pensiero) e che abbiano come l’obbligo di provare esattamente i nostri stessi sentimenti ed emozioni.
E se non lo fanno…quelli “brutti, sporchi e cattivi” che non riescono a capirci sono loro.
Ma, se il più delle volte non riusciamo nemmeno a capire noi stessi dall’interno, come possiamo pretendere che ci riesca qualcun altro dall’esterno?
E poi c’era anche una parte di me che etichettava quello che stavo vivendo come un “non problema”, qualcosa al quale non badare troppo: una fase “normale” che capita a tutti in adolescenza.
«Alla tua età ci sono passato anche io!»
«Siamo stati tutti così!»
«Non è nulla…Stai crescendo!»
«Non è mai morto nessuno!»
Chissà quante volte ti sarà capitato di sentirti ripetere dai tuoi genitori, dai tuoi insegnanti o dal tuo allenatore, queste frasi quando eri adolescente!
E anche se non sono genitore, voglio dirti che ti comprendo; hai tutta la mia solidarietà.
Il TUO è il “mestiere” più difficile e complesso che esista.
È un percorso fatto di “prove, tentativi ed errori”.
Non esiste un manuale da consultare che fornisca le risposte esatte ai mille dubbi che ti tengono sveglio la notte, così come non c’è scuola che possa insegnarti a essere il genitore perfetto.
Ma, se ci pensi bene, non è poi così diverso dal “mestiere” di figlio, o figlia.
I ragazzi navigano a vista nel mare della Vita con la bussola completamente schizzata!
Anche loro, come te, hanno una paura tremenda di compiere un passo falso, di fare scelte sbagliate, di non essere all’altezza.
Non sanno quale direzione prendere e così, per paura, finiscono per bloccarsi.
E la cosa ironica è che più sperimentano sentimenti di disagio e smarrimento, più il mondo pretende da loro certezze che non hanno: quale scuola frequentare, stare con mamma o stare con papà, a quale Università iscriversi dopo il diploma, che lavoro o professione fare da grandi, mettere su famiglia o no, ecc…
E anche quando scelgono qualcosa, raramente lo fanno con consapevolezza, solo ed esclusivamente per se stessi.
Tempo fa ho fatto una videocall con un ragazzo di diciassette anni che si sente svogliato e senza obiettivi, e che vuole cambiare scuola perché si è accorto che per lui è complicata, con troppe materie scientifiche, mentre lui si sente più attratto da quelle umanistiche.
E sai a quale nuova scuola vuole iscriversi?
A quella frequentata dagli amici che fanno parte della sua compagnia!
Vedi come, ancora una volta, la sua scelta è fatta in base ad altri (gli amici), senza tenere in considerazione le sue passioni, le sue qualità, i suoi talenti?
Con la conseguenza di sprecare altro tempo su qualcosa che, passata l’euforia della novità, lo riporterà tra qualche mese al punto di partenza (come in un infinito Gioco dell’Oca) a sentirsi esattamente come si sente ora senza estirpare il dente doloroso alla radice.
E questo si realizza perché:
Entriamo in uno stato di coscienza nel quale ci sentiamo totalmente immersi e coinvolti nell'attività che stiamo compiendo e la mente e il corpo sono in perfetta armonia; siamo positivi e gratificati.
Siamo in quello che lo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi ha definito lo “Stato di Flow” (Stato di Flusso).
Siamo addirittura capaci di portare a termine imprese quasi al limite dell’eroico!
Forse avrai già capito a cosa mi riferisco e magari ti suonerà bizzarro…
Ma…Sì…hai capito bene…mi riferisco proprio ai VIDEOGIOCHI!
Siano essi videogiochi che trovi sugli scaffali dei negozi (come per esempio la serie di Super Mario o Assassin’s Creed); siano essi videogiochi competitivi online, i cosiddetti eSports (Fortnite, Valorant, FC24, League of Legends e altri).
Per esempio, grazie ai videogiochi i ragazzi possono:
E non è un caso se aumentano sempre più le scuole e gli istituti che inseriscono nei loro curricula i videogames a supporto dell’insegnamento di materie come storia, filosofia, sociologia, etica, grazie alla peculiarità di simulare in maniera sempre più realistica ambienti e situazioni e far vivere delle vere e proprie esperienze.
Così come nei Paesi del Nord Europa (Svezia, Finlandia, Islanda) e negli Stati Uniti, le Università tengono percorsi di studio dedicati agli eSports, forti dell’avvento di nuove professioni all’interno di questo ecosistema e che comprendono anche la costituzione di team che partecipano a competizioni offline e online.
Questi team eSportivi, sono a tutti gli effetti dei veri e propri team sportivi, con caratteristiche, dinamiche di gruppo e “regole” che puoi trovare all’interno di una squadra di calcio, basket, rugby o altro.
E anche la metodologia di allenamento che viene applicata per preparare al meglio gli atleti, fa riferimento alla teoria dell’allenamento impiegata negli sport tradizionali.
Con la differenza che gli “attrezzi” da governare non sono un pallone, una pallina, una racchetta, una mazza, ecc…ma una tastiera, un mouse o un controller per console.
Un altro aspetto da sottolineare degli eSports è il loro essere inclusivi: un ragazzo o una ragazza con disabilità partecipa nelle stesse competizioni alle quali partecipano persone normodotate, diversamente da quanto avviene invece nelle discipline sportive tradizionali (dove le gare sono divise in “categorie” e gli atleti appartengono a federazioni differenti).
Il che favorisce e stimola il diffondersi di relazioni fondate sul rispetto reciproco: dell’essere esseri umani con un tesoro di risorse, potenzialità, valori e talenti unici, senza incorrere nel pregiudizio, al quale siamo abituati, che esista “giusto” e “sbagliato”.
Preciso che con questo non intendo giudicare o puntare il dito (tanto meno demonizzare lo sport tradizionale che amo da sempre) ma portarti a conoscenza di qualcosa che in Italia conoscono solo gli appassionati e gli addetti ai lavori del mondo eSport.
Un mondo in piena evoluzione (sociale, economica, normativa) che sta acquistando sempre più spazio e rilevanza contribuendo a far uscire alla velocità della luce i videogiochi dal buco nero del luogo comune di hobby per “sfigati” o “disadattati”, in un periodo storico in cui i ragazzi si relazionano intuitivamente (potrei quasi dire cellularmente) fin dall’infanzia con tutta la tecnologia.
Sai, sono nato nei primi anni ‘80 e come molti ho conosciuto i videogames da bambino.
Allora i giochi erano su floppy disk e sul Commodore Amiga di mio fratello (più grande di me di sette anni), ho potuto giocare titoli entrati ormai nella storia: Monkey Island, Double Dragon, Arkanoid, Sensible Soccer, e tanti tanti altri.
Sono passato poi a quattordici anni alla prima PlayStation, per dettaglio grafico e giocabilità anni luce avanti rispetto ai primi computer da casa.
E come ti ho raccontato qualche riga più su, i videogames mi hanno accompagnato negli anni dell’adolescenza, aiutandomi a superare momenti di profondo malessere interiore.
Negli anni ho accolto in casa mia PlayStation 2, PlayStation 3, Nintendo Wii, Xbox, Xbox 360, Xbox One.
Insomma, ho vissuto (e vivo tuttora) tutta l’evoluzione di questo medium così unico rispetto ad altri media e sento che il vento è finalmente cambiato.
Si respira aria nuova!
Finalmente, si riconosce il valore formativo, educativo, evolutivo che i videogiochi possiedono come moderni romanzi di formazione 3.0, alla pari di un “Il giovane Holden” o di un “Harry Potter”: durante l’esperienza di gioco il personaggio (l’avatar) affronta piccole e grandi sfide, supera fallimenti, cresce, evolve e conquista una nuova consapevolezza di sé; e così fa (insieme a lui) il giocatore.
I ragazzi fanno esperienza di ciò che viene definito “rispecchiamento”, cioè si riconoscono nelle caratteristiche dell’eroe o dell’eroina protagonista del gioco, con il quale o con la quale entrano in empatia.
E grazie a questo fenomeno, entrano in connessione con se stessi riuscendo a individuare potenzialità, risorse e talenti che spesso non pensavano nemmeno di avere.
Ed è questo uno dei motivi (oltre alla passione per i videogiochi e alla mia esperienza diretta) che mi ha portato oggi a sviluppare un percorso di coaching a supporto della crescita interiore dei gamers adolescenti.
Un percorso di crescita che grazie a esercizi in-game e out-game aiuta gli adolescenti a scoprire COSA FARE DEL PROPRIO FUTURO e a trovare il PROPRIO POSTO NEL MONDO.
Un percorso cucito su misura come un abito di sartoria che guida tuo figlio o tua figlia all’interno del mondo dei videogiochi in modo “sano, sostenibile e consapevole”.
È un percorso che si fonda su tre pilastri:
COACHING IN-GAME
Con esercizi personalizzati tuo figlio o tua figlia potrà allenare le proprie abilità (skills) all’interno del mondo di gioco, imparando a individuare le motivazioni interiori che lo spingono o la spingono a giocare a quel determinato videogame.
COACHING OUT-GAME
Grazie a sessioni di coaching per adolescenti sarà accompagnato o accompagnata alla scoperta e all’esplorazione dei propri talenti e osservazione delle proprie dinamiche interiori, con l'intento di portare alla luce l’immagine che ha di sé.
ESPERIENZA
Applicazione e sperimentazione nella vita quotidiana: tuo figlio o tua figlia potrà applicare e fare esperienza di quanto emerso durante le sessioni nel suo percorso di crescita in tutte le sfere della sua vita (famiglia, studio, sport, relazioni, passioni, ecc…).
Un passo dopo l’altro riuscirà a costruire la propria strada, la propria vocazione e continuerà con fiducia il percorso di crescita.
Fin dai primi incontri, acquisirà strumenti di autoconoscenza che diventeranno gradualmente suoi alleati e sui quali potrà fare affidamento in totale autonomia durante lo sviluppo del suo progetto di vita presente e futuro.
Alla fine del percorso di coaching per adolescenti in-game e out-game avrà una cassetta degli attrezzi da portare sempre con sé che gli sarà o le sarà d'aiuto nel meraviglioso viaggio che è la vita.
Questo percorso sarà per lui o per lei un momento, uno spazio, un’attività settimanale da dedicare a se stesso o a se stessa, alla pari di un allenamento di calcio, pallacanestro, volley, o di una lezione di tennis, musica o danza.
Sarà un momento da dedicare al suo percorso di crescita interiore, personale ed emotiva che lo aiuterà o la aiuterà a scoprire la consapevolezza di sé, a cementare la relazione con se stesso o con se stessa e, come conseguenza, instaurare relazioni “autentiche” con gli altri (familiari, amici, affetti, insegnanti, gruppi di pari, ecc…).
E tutto questo lo farà divertendosi grazie alla sua passione per i videogiochi!
D’altronde, anche se qualche volta hai avuto la tentazione di punirlo o punirla togliendo il piacere di giocare (magari dopo un brutto voto a scuola) sai benissimo che NON è proibendo qualcosa che la situazione migliora.
Anzi...
Probabilmente ha solo l'effetto di farti sembrare ai suoi occhi qualcuno che NON capisce le sue esigenze e che NON rispetta i suoi spazi.
Tanto, stanne certo, che se tuo figlio o tua figlia vuole giocare lo stesso, infischiandosene della tua punizione, un modo per farlo lo troverà.
Invece, perché non associare il tempo dedicato a giocare a qualcosa di formativo ed educativo come un percorso di crescita interiore utile per sé e per il proprio futuro?
Un percorso di coaching per adolescenti grazie al quale riuscirà a SVILUPPARE CONCRETAMENTE un equilibrio tra tempo da dedicare allo studio, tempo da dedicare alle relazioni sociali (importantissime durante l’adolescenza) e tempo da dedicare alle sue passioni (gioco, sport, libri, musica o altro).
Tutto senza il bisogno di punizioni, privazioni, discussioni o liti (una situazione
WIN - WIN per LUI o LEI e per TE!).
Quindi…per ricapitolare…
Ecco i benefici che tuo figlio o tua figlia otterrà grazie al percorso di crescita interiore in-game e out-game per gamers adolescenti di Metatron Teen Coaching:
Se hai avuto la pazienza di leggere fino a qui significa che:
E la tua pazienza va PREMIATA!
Voglio premiarti SUBITO con un assaggio di quello che tuo figlio o tua figlia troverà all’interno del percorso di coaching per adolescenti e che sono certo lo o la farà felice!
Ho deciso di REGALARTI un percorso di 5 esercizi in-game (del valore di 150 €) per Fortnite che tuo figlio o tua figlia potrà svolgere fin da SUBITO per affinare le sue abilità (skills) all’interno del gioco e riuscire così ad acquisire maggiore consapevolezza di quelle che sono le sue qualità (divertimento + abilità + consapevolezza = potenziale espresso nel miglior modo possibile).
Inserisci il tuo nome e la tua email qui sotto per avere SUBITO in REGALO direttamente nella tua casella di posta elettronica il documento con il percorso di 5 esercizi in-game (del valore di 150 €) per Fortnite che farà felice tuo figlio o tua figlia!
Se non dovessi ricevere nulla nel giro di qualche minuto ti prego di controllare nella posta indesiderata o scrivi a giampaolo@aiutatuofiglioadolescente.it.
Il percorso di coaching in-game e out-game a supporto della crescita interiore dei gamers adolescenti.
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